Si è svolto finalmente in presenza l’ultimo meeting dei due club lodigiani, che, dopo un’annata vissuta all’insegna della condivisione di service, serate on line ed eventi, si sono ritrovati in sede non solo per i saluti e i bilanci di fine anno, ma anche per presentare due iniziative in itinere.
Alla presenza del Governatore Cesare Senzalari, del PDG Dino Gruppi, della Presidente di Zona A Luisa Zanelli, di Davide Gatti, Coordinatore Distrettuale LCIF e di Paolo Landi, Presidente della Fondazione Casa della Comunità, ha preso la parola Cristina Cristini, volontaria di VIVA VITTORIA, un’associazione nata nel 2015, principalmente per promuovere iniziative contro la violenza sulle donne, raccogliendo fondi con un mezzo davvero inusuale, ovvero la vendita di copertine realizzate a maglia da centinaia di volontarie e poi esposte sul selciato delle piazze di importanti città italiane, letteralmente pavimentate con questi coloratissimi manufatti. Non solo l’effetto visivo è stato stupefacente, ma in questi anni sono stati raccolti ben 500,00,00 euro. L’iniziativa è piaciuta al Lodi Host e al Lodi Quadrifoglio, che l’hanno già inserita nel programma del prossimo anno sociale insieme con il Club lodigiano delle Soroptimist. La Cristini ha anche ricordato l’associazione “Cuore di Maglia”, che collabora con “Medici con l’Africa Cuamm” realizzando corredini per i bimbi prematuri di tre reparti di neonatologia nel continente africano.
Uno fra i tanti service portati a termine dai due sodalizi lodigiani con altri quattro club della I^ Circoscrizione, Lodi Torrione, Codogno-Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano, Colli di S. Colombano al Lambro, Lungopò Lodigiano e S. Rocco al Porto-Basso Lodigiano, i cui presidenti hanno partecipato alla serata, è stato l’acquisto di un furgone refrigerato, di cui ha parlato Paolo Landi per sottolineare come la raccolta e la distribuzione delle eccedenze alimentari, cui il mezzo verrà adibito, vada a beneficio di circa cinquemila persone nel territorio. Nell’ambito del progetto “Un tetto per ricominciare” Elisabetta Cappellini, in qualità di tutor della famiglia prescelta dal Lodi Host e dal Lodi Quadrifoglio per un’attività di assistenza, ha fatto rilevare il grande beneficio derivato da tale, fondamentale aiuto.
A concludere il meeting dopo i saluti e i ringraziamenti, anche reciproci, dei presidenti Costante Piazza e Mariuccia Meroni, le parole del Governatore, che ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto dalla Circoscrizione, dicendosi particolarmente orgoglioso della celerità con cui, grazie al contributo della LCIF, è stato possibile acquistare il furgone refrigerato, ulteriore esempio di sinergia con le associazioni del territorio, che arriverà a fine anno e che girerà per le strade del Lodigiano con il logo dei Lions sulla fiancata.
M. L.
Didascalie Foto
Foto 1: Mariuccia Meroni, presidente del Quadrifoglio, con Costante Piazza, presidente del Lodi Host
Foto 2: Mariuccia Meroni con alcune socie ed il Governatore
Foto 3: Luisa Zanelli, Presidente della Zona A, con Costante Piazza
Foto 4: Paolo Landi ed Elisabetta Cappellini, ospiti citati nell'articolo
Con il contributo dei Lions Club della I^ Circoscrizione - Zone A e B
C’è un filo rosso che lega l’ultima iniziativa della I^ Circoscrizione sul tema della vista allo storico service della raccolta di occhiali usati, che quest’anno ha preso un’accelerazione notevole grazie anche al coinvolgimento di nuovi soggetti resisi disponibili ad accogliere le postazioni di recupero, quali le scuole e gli esercizi commerciali.
Ben diciotto RSA del Lodigiano hanno ricevuto in dono dei set contenenti ciascuno cinquanta occhiali usati, come sempre ricondizionati a cura del servizio Lions di Raccolta Occhiali Usati, da tenere di scorta per distribuirli ai propri ospiti in caso di emergenza.
Capita infatti che smarrimenti o rotture privino gli anziani delle tante attività per le quali è loro indispensabile ricorrere all’utilizzo degli occhiali, che si tratti di leggere o di mandare un messaggio o controllare la posologia di un farmaco o guardare la televisione o altro ancora.
Il Service RSA Lions, adottato dalla gran parte dei club della I^ Circoscrizione dopo uno scrupoloso monitoraggio condotto presso le residenze per anziani, consente di porre rimedio con effetto immediato a tale disagio, in attesa di potersi rivolgere, con tempi più lunghi, agli ottici o al servizio sanitario.
Ai tradizionali destinatari del servizio di raccolta degli occhiali usati, come l’Est Europa e i Paesi del Terzo Mondo, si è così aggiunta quella fascia della nostra popolazione che è particolarmente fragile e che, come si sa, è stata molto colpita dalla pandemia.
È bello ricordare che alcune RSA hanno accettato a loro volta di posizionare nella loro sede i contenitori adibiti al recupero, completamente rinnovati in un’accattivante versione per iniziativa di Francesco Buttà, presidente del Sant’Angelo Lodigiano.
Nel raccoglitore installato nella scuola primaria di Zelo Buon Persico è stato ritrovato, fra gli altri, un paio di piccoli occhiali, dono di un bambino o di una bambina: un gesto commovente che per i Lions assume un significato gratificante, quello di un messaggio che è risultato coinvolgente ed è arrivato a destinazione forte e chiaro.
M.L.
Dai cento elaborati inviati alla giuria nel 2020 ai cinquecento pervenuti quest’anno, ecco i dati del successo riscosso dalla seconda edizione del concorso sull’ambiente, riproposto alle scuole primarie e alle secondarie di I° e di II° grado del Lodigiano. Anche gli istituti partecipanti sono passati da dieci a diciannove, a testimoniare un aumento esponenziale dell’interesse suscitato dall’iniziativa, a suo tempo promossa dal Lodi Host, dal Lodi Torrione e dal Lodi Quadrifoglio, ai quali si sono uniti in quest’annata l’Ager Laudensis New Century e il Colli di San Colombano, col patrocinio del Comune e della Provincia di Lodi.
Inalterato il titolo, “Uno sguardo consapevole per difendere il nostro ambiente”, e il sottotitolo per gli studenti delle primarie e secondarie di I°, “I ragazzi salveranno il pianeta: ma che cosa faccio io?”, come anche la tipologia di elaborati con cui partecipare, ovvero per i più giovani poster e manifesti, per i più grandi le fotografie, nell’intento di rafforzare quell’attenzione nei confronti dell’ambiente che le nuove generazioni stanno già dimostrando di avere. Il tutto perfettamente in linea col service nazionale delle 4R.
Media partner il quotidiano “Il Cittadino”, che ha dedicato molto spazio all’iniziativa con una serie di articoli, dedicati anche all’esposizione dei manufatti, svoltasi nel chiostro del Liceo Classico Verri, e alla cerimonia di premiazione, tenutasi nell’Aula Magna dell’istituto alla presenza del Governatore Cesare Senzalari e dei dieci membri della giuria, scelti fra l’altro tra i rappresentanti di Provincia e Comune e dei club promotori. Giuria che ha svolto un compito di selezione rivelatosi arduo per la qualità degli elaborati, connotati da fantasia e creatività, arrivando poi a selezionare trentuno finalisti.
Come nella precedente edizione i tre premi, uno per categoria di istituto, sono stati buoni di acquisto per materiale sportivo e, per le superiori, un drone munito di telecamera, che potrà incentivare l’osservazione del territorio e delle sue criticità ambientali, ma anche abbonamenti digitali al Cittadino, donati a tutte le scuole partecipanti perché promuovere nei giovani la lettura dei giornali rientra nel percorso finalizzato alla loro maturazione sociale.
M.L.
Concorso per immagini
Scuola Primaria e Secondaria I° grado
Concorso fotografico
Scuola Secondaria II° grado
Un furgone dotato di cella frigorifera, destinato al recupero e alla redistribuzione delle eccedenze alimentari, questo il dono fatto alla Fondazione di Partecipazione “Casa della Comunità ETS” da otto club del Lodigiano, Lodi Host, Lodi Torrione, Lodi Quadrifoglio, Codogno-Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano, Colli di San Colombano, Lungopo Lodigiano, San Rocco al Porto-Basso Lodigiano.
L’acquisto del mezzo è stato possibile grazie al contributo della LCIF ed il service è il risultato dell’interazione tra i Lions e la citata Fondazione “Casa della Comunità ETS”, nata a Lodi nel 2019 per contrastare la povertà in collaborazione con l’Associazione Progetto Insieme, l’Associazione Emmaus, la cooperativa Famiglia Nuova e il Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo. Molti i soggetti coinvolti in quella che è davvero una grande catena della solidarietà. Il cibo fresco in eccedenza proviene infatti da piccoli imprenditori, dalla grande distribuzione organizzata, dalle aziende agroalimentari del territorio, da Enti pubblici e da privati cittadini, oltre ai Lions, naturalmente, in quella. Le eccedenze alimentari vengono recuperate tramite il Centro di Raccolta Solidale per il Diritto al Cibo (CRS), un'azienda logistica che provvede poi a distribuirle. Attualmente le persone raggiunte da questo servizio sono ben cinquemila, grazie ai due empori solidali di San Colombano al Lambro e di Casalpusterlengo, alle due mense, alle dodici comunità, alle sette case di accoglienza e ai quaranta centri di distribuzione gestiti dalla citata Fondazione lodigiana; a questi organismi si aggiungerà presto un nuovo emporio solidale, che verrà aperto a Lodi.
Si tratta dunque di una vera e propria rete di aiuti, destinata a una continua evoluzione per il costante aumento degli utenti, che vive e si alimenta grazie alla generosità di tanti: un bell’esempio di acquisita consapevolezza dei problemi della comunità.
M.L.
Affascinante: questo il termine che si può usare per descrivere la serata, sempre rigorosamente online, del 31 maggio 2021, dedicata a Dante e alla sua Divina Commedia, di cui è stata apprezzatissima protagonista la Prof.ssa Anna Locatelli, socia del LC Lodi Host e storica insegnante del prestigioso Liceo Pietro Verri di Lodi. Affascinante perché la relatrice ha privilegiato la dimensione autobiografica della Divina Commedia, individuando nei versi più conosciuti dell’opera il ruolo di Dante come protagonista assolutamente impensabile e in duplice veste.
La più evidente, quella dell’auctor, l’autore, giudice dell’umanità, che intraprende e racconta il viaggio sotto la guida di Virgilio (la ragione); un viaggio nell’aldilà dove peccatori, penitenti, beati e santi si susseguiranno per testimoniare la dannazione eterna, la possibilità di pentimento e la beatitudine al cospetto di Dio, qui con la guida di Beatrice (la fede).
Ma, contemporaneamente, Dante incarna anche l’agens, il personaggio, il peccatore angosciato, che si ritrova “per una selva oscura” e che accomuna nella sua esperienza personale l’umanità intera, la cristianità in particolare, che porta tutta con sé nel viaggio salvifico verso una rinnovata riconciliazione con Dio, sulla “diritta via”.
Fiorentino per nascita, non per elezione, vittima di un esilio ingiusto, senza dimora dal 1302 al 1321 e ospite di varie corti italiane, Dante matura una coscienza critica e politica che probabilmente costituisce la base dell’ispirazione alla scrittura della Commedia, redatta in italiano e non in latino, perché potesse essere divulgata ovunque e a chiunque. Indubbiamente l’aspetto più straordinario dell’opera risiede nell’invenzione dell’oltretomba, la cui conoscenza precedente era basata sull’Apocalisse di S. Giovanni, su vari testi dottrinali e teologici, sui sermoni dei predicatori, sui poeti latini, su affreschi e mosaici degli edifici religiosi, come il battistero di S. Giovanni a Firenze, la Cappella degli Scrovegni di Padova con gli affreschi di Giotto e, perché no, la Cappella Sommariva del Duomo di Lodi.
Il Sommo Poeta, però, crea una nuova iconografia, introducendo una novità, il Purgatorio, un regno intermedio, provvisorio, che si interpone tra i due luoghi tradizionalmente antagonisti, Inferno e Paradiso, per consentire la purificazione delle anime, offrendo spunti inediti all’immaginario collettivo e artistico e che viene codificato come luogo di pene temporanee il 1° novembre1274 nel secondo Concilio di Lione.
Nel dipanarsi delle storie dei vari personaggi nei mondi dell’oltretomba, non sempre il Dante protagonista sembra approvare le decisioni divine e lo dimostra la gamma infinita di reazioni e di emozioni diverse che entrano in discordanza con quelle leggi inesorabili e le pene che ne conseguono.
Fra gli innumerevoli esempi illustrati dalla relatrice, a conferma della duplicità del ruolo di Dante, è particolarmente significativa la storia di Paolo e Francesca, dannati perché non hanno sottomesso la ragione alla passione, nei confronti dei quali l’autore prova tenerezza e dai quali desidera sapere come hanno scoperto di essersi innamorati. Avutane la risposta nel suo ruolo di agens ne resta drammaticamente coinvolto “sì che di pietade io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade”.
Silvana Anzellotti
La salute al centro dell’attenzione nell’intermeeting on line del 17 maggio, organizzato dal Lodi Quadrifoglio con il Lodi Host; ospite la dott.ssa Maria Teresa Bernini, specializzata in Radiologia e Psicoterapia Psicoanalitica, senologa presso l’ASST di Lodi. “La promozione della salute e la prevenzione: un aiuto per capire”, questo il titolo accattivante della serata, dedicata a far conoscere le metodiche attuali di prevenzione e di cura dei tumori, non solo di pertinenza esclusivamente femminile.
Tre sono i livelli in cui si articola la prevenzione: primario, secondario e terziario. Nel primo caso si agisce prima dell’instaurarsi della malattia, agendo sui potenziali fattori di rischio; nel secondo quando questa è in fase latente o iniziale, su soggetti malati che non sanno di esserlo, con lo scopo di identificare precocemente la patologia; nel terzo quando è ormai conclamata e occorre contrastarne la progressione, limitando i danni derivanti dalla cronicizzazione. Un maggior controllo sulla salute della comunità è da anni l’obiettivo di una vera e propria attività di promozione, legata ai “determinanti sociali”, ovvero, il reddito, il livello di istruzione, l’indice di affollamento abitativo, l’ambiente, il numero e la qualità dei servizi sanitari e sociali, che, insieme con l’efficienza fisica, diventano fattori oggettivi di benessere. Ma il corpo e la mente sono notoriamente legati, per cui esistono anche fattori soggettivi nei quali entrano in gioco la realizzazione dei propri desideri, la gratificazione in ambito lavorativo, gli affetti e ancora la disponibilità economica. La doppia relazione tra povertà e malattia colpisce miliardi di persone ed in proposito la relatrice ha mostrato una vignetta quanto mai significativa. Tragico il dato delle disuguaglianze in questo ambito, se si pensa che in Uganda l’aspettativa di vita è di 44 anni, mentre in Italia sale ai 78 per gli uomini e 83 per le donne. Lungo l’elenco degli stili di vita errati che incidono sulla salute, dall’alimentazione non corretta alla sedentarietà, dal fumo all’uso di droghe, all’abuso di farmaci e alcolici, dall’attività sessuale promiscua e non protetta alla guida pericolosa. Nell’evidenziare che alcuni benefici dello smettere di fumare sono immediati, ha proposto con molta energia la necessità di mantenersi in forma con un’attività fisica settimanale, che ha un’azione benefica sul sistema immunitario, con effetti anti-ischemici e anti-neoplastici. Uno dei grandi temi nel campo della prevenzione dei tumori è senz’altro quello del tumore al seno, definito “Big killer”, perché non conosce confini, è casuale, colpisce senza distinzione di età, di razza e di reddito, donne, per le quali è il tumore più frequente, e uomini, sia pur raramente, per cui esistono fattori di rischio, alcuni non modificabili, come la familiarità o il genere, altri modificabili, come, ancora una volta, lo stile di vita. Qui la prevenzione è la carta vincente perché sono 90 su 100 le possibilità di guarire se la diagnosi è precoce, attraverso l’autopalpazione e l’intervento strumentale dell’ecografia e della mammografia, oggi praticata anche grazie allo screening di massa. Anche il cancro alla prostata è molto diffuso, rappresentando il 20% di tutti i tumori maschili, ma raramente ha un esito infausto se si interviene in tempo. Infine, l’attenzione della relatrice si è rivolta ai tumori della pelle, i cui fattori di rischio sono l’esposizione a raggi ultravioletti, UVA e UVB, il fumo, la pelle chiara, l’età avanzata e l’essere uomini, passando in rassegna per ogni tipologia di tumore anche le terapie specifiche. “Non fare lo struzzo!”: questa la raccomandazione chiara e incisiva con cui la dott.ssa Bernini ha concluso la sua pregevole relazione.
M.L.
La campagna di San Patrignano per la prevenzione delle dipendenze non si ferma e, grazie ai Lions della Prima Circoscrizione, arriva a Lodi per tenere alta l’attenzione sul problema della diffusione delle droghe tra i giovani.
Venerdì 30 aprile, alcune classi dell’I.I.S. Pandini di Sant’Angelo Lodigiano e del Liceo Artistico Callisto Piazza di Lodi hanno potuto assistere alla proiezione online di “#Chiaroscuro, un reportage sulla fatica di crescere”, il nuovo strumento realizzato dalla comunità di San Patrignano per prevenire le dipendenze e dare continuità in modalità a distanza alla propria attività anche in tempo di Covid. Il progetto WeFree di San Patrignano da più di quindici anni si occupa di disagio giovanile, con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi e aprire un dibattito sui rischi connessi all’uso di sostanze.
Sensibili al tema, i Lions lodigiani, da oltre dieci anni collaborano con WeFree organizzando incontri tra i ragazzi della comunità e gli studenti delle scuole superiori del territorio, convinti che informare i giovani sul pericolo derivante dall’uso di droghe, anche di quelle talora definite droghe “leggere”, sia compito assolutamente prioritario. Come scriveva Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di San Patrignano, ”la nostra vita, per non essere fine a se stessa e perdere di senso, deve adoperarsi anche per il benessere di chi può assicurare alla nostra società prospettive future. E questi sono i giovani”.
Informazione, quindi, necessaria, competente e chiara. Si potrebbe obiettare: perché ricorrere al format “#Chiaroscuro”? La risposta sta nella difficoltà, troppe volte evidenziata, di riuscire a farsi ascoltare dalle nuove generazioni. I percorsi teatrali realizzati da San Patrignano riescono proprio in questo: ragazzi giunti alla fine del loro cammino si raccontano ai loro coetanei e, attraverso un invisibile e sottile filo emotivo, il loro messaggio arriva forte e chiaro.
#Chiaroscuro” si presenta come un vero e proprio prodotto cinematografico in cui tre ragazzi che hanno svolto il percorso di recupero in comunità e oggi si sono reinseriti, Melita, Federico e Carolina, raccontano la loro storia, i loro errori, la fatica di rialzarsi e la gioia per una vita ritrovata. Compagno di viaggio l’attore Francesco Apolloni, filo conduttore fra i loro racconti.
Dopo la visione del documentario, gli studenti hanno potuto prendere parte all’incontro online con Carolina, una dei protagonisti, e con altri ragazzi di San Patrignano ascoltando la loro testimonianza raccontata con semplicità e sofferta lucidità. Nelle loro storie, l’approdo alla tossicodipendenza con l’uso di sostanze ritenute “innocue”, la necessità di aumentare inevitabilmente il loro dosaggio per poi passare all’ impiego di droghe pesanti in una spirale apparentemente infinita. Infine, la svolta e, dopo un lungo percorso in comunità, la possibilità di riprendere in mano la propria vita. Il dibattito, moderato dalle giornaliste Angela Iantosca e Micaela Palmieri, ha toccato molti temi difficili ma di grande coinvolgimento.
Pur consapevoli della complessità del problema “dipendenze”, i Lions lodigiani sono convinti che anche interventi come questo siano un modo di mettere in pratica il nostro “We serve” e si augurano che le parole dei tre ragazzi possano essere una buona semina in un terreno fertile.
Ospiti, ovviamente virtuali, dell’intermeeting organizzato dal Lodi Host e dal Lodi Quadrifoglio e dedicato al tema “L’acqua, l’anima della terra” sono stati Ferruccio Pallavera, giornalista conosciutissimo a Lodi in quanto già Direttore del quotidiano locale “Il Cittadino”, l’ing. Carlo Locatelli, dal 2009 dirigente di SAL (Società Acqua Lodigiana), Raffaella Ciceri, giornalista addetta alla comunicazione di SAL e Primo Podestà, referente distrettuale del tema di studio nazionale.
Esordisce Pallavera, autore di un libro che rappresenta un excursus storico delle vie d’acqua del Lodigiano, e racconta come Lodi alla fine dell’‘800 si trovasse in una situazione drammatica dal punto di vista sanitario: diverse epidemie di vaiolo e colera, l’ultima delle quali nel 1903, scarsa igiene, mancanza di acqua e di una rete fognaria. Tra il 1900 e il 1928 solo cinque Comuni lodigiani stanziano fondi per dotarsi di acquedotti e finalmente nel 1932 viene istituito il Consorzio per l’Acqua Potabile con l’intento di dare l’acqua a tutti i Comuni della Provincia di Milano che ancora sono privi di acquedotto.
Nel 1961 si arriva ad avere il 17% di case fornite di acqua e servizi igienici, nel 1968 il 22%, negli anni 70 il 67%. Nel 1972 il Ministero della Sanità annuncia che il Lambro è il fiume più inquinato d’Italia, una vera e propria cloaca a cielo aperto perché raccoglie tutte le acque di Milano, all’epoca ancora priva di depuratori, nonché gli scarichi industriali. Se ne prende coscienza e nasce così il Consorzio del Basso Lambro, che contribuirà alla costruzione di decine di depuratori. Bisognerà aspettare Albertini, sindaco dal 1997 al 2006, per veder realizzati a Milano i primi depuratori, ponendosi così rimedio a una situazione davvero scandalosa. SAL, nata nel 2006, attualmente gestisce una rete idrica di 1500 km, con una fognatura di 900 km, precisa l’ing. Locatelli. Il relatore sottolinea come i depuratori in questo periodo siano stati utilizzati anche per verificare la presenza del Covid nelle acque di Lodi e Codogno e fa rilevare che una criticità è senz’altro rappresentata dalle perdite degli impianti, pari al 28% nel nostro territorio, mentre a livello nazionale si sale al 45%. I cosiddetti “paradossi dell’acqua” sono citati da Raffaella Ciceri per mettere in evidenza come l’Italia sia al secondo posto nel mondo per il consumo di acqua, dopo il Messico. SAL è in prima linea anche sul fronte del cambiamento degli stili di vita, finalizzato al risparmio di acqua e di plastica. Tale obiettivo ha portato l’azienda a sottoscrivere un accordo intitolato “Acqua Eco Sport” con le società sportive, che si sono impegnate alla riduzione del consumo di bottiglie di plastica, incentivata con l’omaggio di borracce. Importante il traguardo raggiunto con il 95 % delle mense scolastiche del Lodigiano nella campagna a favore della somministrazione dell’acqua proveniente dal rubinetto, invece della minerale, che è di ottima qualità. Primo Podestà ha infine ricordato che l’acqua non è un bene inesauribile, come si crede e ha poi sottolineato l’importanza della cosiddetta impronta idrica, un indicatore fondamentale che può aiutarci a cambiare le nostre abitudini.
Se infatti per produrre 1kg di grano occorrono 1830 litri di acqua, per produrre 1kg di carne ne sono necessari ben 15.000, mentre per 2 lattine di Coca Cola ne servono 400: la riflessione su questi dati, che coinvolgono la nostra quotidianità, più di tanti discorsi può indurci a lottare contro gli sprechi di un bene così prezioso.
Lions DAY - 18 aprile 2021
Governatore 2020-2021 – Lions Cesare Senzalari
Nell’intermeeting on line del 29 marzo è stato presentato uno studio storico-etimologico dei patronimici del territorio lodigiano, curato da Andrea Finocchiaro e Valerio Ferrari, che fa parte del progetto editoriale “Cognomi della Lombardia. Dizionario storico-etimologico”, pubblicato dalla Casa Editrice Mauri, di cui era presente la direttrice Valentina Mauri.
Ha introdotto l’argomento il Prof. Finocchiaro, laureato in Lettere e specializzato in Archeologia Classica, che ha fornito innanzitutto la definizione della parola “cognome”, derivante dal latino co-nomen, ovvero “nome aggiunto”, utilizzato per l’identificazione di una persona e per evitare le omonimie. La prima interessante curiosità riguarda proprio l’Italia che, con i suoi 60 milioni di persone, ha più di 350.000 cognomi diversi, a fronte degli appena 700 della Cina, che conta 1 miliardo e 400.000 abitanti! E in effetti, precisa Finocchiaro, in questo ambito deteniamo il record mondiale, sia per ragioni storiche (l’Italia è stata divisa per millenni sotto dominatori diversi) sia linguistiche, essendo stato l’italiano per molto tempo solo una lingua letteraria e poco parlata, in quanto prevalenti ovunque i dialetti.
Nell’antichità, si è passati dal patronimico Greco (ad es. il Pelide Achille, figlio di Peleo) ai “tria nomina” dell’antica Roma (praenomen, nomen, cognomen, quest’ultimo inteso come soprannome). Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente decade, oltre al resto, anche il sistema onomastico ed i nuovi dominatori Longobardi, Franchi, Goti e Visigoti lo semplificano usando un solo nome, come Alberto o Raimondo. Nel Basso Medioevo, migliorando le condizioni economiche e rifiorendo il commercio e la compravendita di beni mobili e immobili, si sente la necessità di identificare le persone e i gruppi familiari, sia vivi che già defunti, per una maggiore precisione negli atti notarili. Sei sono le categorie cognominali: i Patronimici e i Matronimici (rispettivamente nome maschile e nome femminile del capostipite, i secondi molto meno numerosi); i Toponimi ed Etnici, derivanti dai luoghi di origine degli antenati; i Mestieri, riferiti al lavoro svolto dal capostipite; i soprannomi e infine i cognomi dei trovatelli, assegnati ai bambini orfani. E da questo punto in poi, il Prof. Valerio Ferrari, studioso di storia naturale e appassionato di onomastica, ha fatto un excursus sulle categorie citate esaminando cognomi lodigiani fra cui, iniziativa molto apprezzata, anche molti dei soci dei due club organizzatori, per alcuni dei quali ha precisato che si può risalire addirittura al 1100, 1200.
Nel Lodigiano i cognomi si sviluppano ed evolvono nel tempo, finché nel XVI secolo, dopo il Concilio di Trento, entra in vigore l’obbligo di tenere i libri dei morti e dei nati e quindi i cognomi si stabilizzano. I due autori hanno esaminato una vastissima documentazione dal Medioevo al XVII secolo, scegliendo questo periodo come base per il dizionario sui cognomi della Lombardia. Il Lodigiano ha subito più volte un rinnovamento notevole dovuto prevalentemente al grande movimento delle popolazioni di montagna o di campagna per necessità o lavoro, come erano lo spostamento dei greggi dagli alpeggi ai pascoli di pianura o i traslochi da un territorio all’altro seguendo le stagioni delle coltivazioni di campagna.
La storia dei cognomi si è così tradotta in un autentico viaggio nel tempo, intessuto di storia, economia, geografia e sociologia.
Silvana Anzellotti
Nato dalla volontà di offrire un aiuto concreto a una famiglia in difficoltà, il service “Un tetto per ricominciare” ha accomunato i L.C. Lodi Host, Lodi Torrione e Lodi Quadrifoglio in un’operatività indirizzata al territorio, in perfetta sinergia con l’associazione di volontariato “Progetto Insieme”, che opera nel Lodigiano da ventinove anni e ben ne conosce le criticità.
La novità di questa collaborazione consiste nel fatto che, oltre all’aiuto economico, alcuni soci dei club coinvolti si sono resi disponibili a offrire le proprie competenze, sia professionali che altro, in un vero e proprio accompagnamento dei soggetti in difficoltà, affiancando il tutor per così dire istituzionale, facente parte dell’associazione stessa, dando così al loro contributo la connotazione di un intervento in prima linea.
Il nome dato all’iniziativa da Progetto Insieme sottolinea bene il collegamento con la necessità di assicurare un tetto ai tanti immigrati, spesso in difficoltà nel reperire alloggi, data la diffidenza dei proprietari di casa nei loro confronti. Oggi l’aiuto è indirizzato anche a molti italiani, a causa della nota situazione di emergenza economica e prevede la messa a disposizione di otto monolocali e quattordici appartamenti della Caritas, della Diocesi e del Comune.
Il service dei tre club lodigiani è ora pienamente operativo, dopo l’individuazione della famiglia alla quale indirizzare l’assistenza, scelta non facile tra tante realtà problematiche.
L’attenzione è stata rivolta a una famiglia albanese, il cui giovane padre è morto improvvisamente un paio di anni fa, lasciando moglie e due figli, una bambina di dieci anni e un maschietto di sette. La necessità di accudire i bambini, a casa per il lockdown, ha privato la madre della possibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, accentuando la gravità della situazione, visto che l’unico introito è una modestissima pensione di reversibilità.
Il contributo economico erogato dai tre club consente di coprire le spese primarie, a cominciare da quelle dell’affitto, ma il senso del service sta anche nel tutoring a tutto campo offerto alla famiglia, nell’ottica di un affrancamento dallo stato attuale di indigenza, per avviare la giovane madre ad acquisire autonomia senza mai sentirsi abbandonata a sé stessa.
M.L.
Si è conclusa da pochi giorni “l’operazione scuola”, organizzata dai Lions Club della I^ Circoscrizione con l’intento di fornire un aiuto concreto agli istituti scolastici e agli studenti, che vivono, com’è ben noto, momenti di grande difficoltà a causa della pandemia, grazie alla quale sono stati donati ottanta apparati elettronici.
L’iniziativa, che ha avuto una connotazione corale, avendo coinvolto ben undici club della città di Lodi e del Lodigiano, si è concretizzata dopo aver consultato con un’indagine a tutto campo i dirigenti dei diciotto Istituti Comprensivi del Lodigiano e averne ricevuto una risposta chiara e concreta: in testa alla classifica delle richieste è risultata la necessità di incrementare la disponibilità di dispositivi elettronici.
Commovente la testimonianza di una dirigente, che ha spiegato come il tablet non sia solo indispensabile per la didattica, ma anche per la semplice comunicazione con gli insegnanti da parte di alcuni dei centoventi ragazzi disabili presenti nel suo istituto.
Significativo il titolo dato al service in questione dai quattro Lions club di Lodi partecipanti, della Zona A, “Adottiamo una scuola”, e dai sette club della Zona B, “Adotto una scuola per una didattica a distanza integrata”, dove nessun verbo meglio di “adottare” poteva dare il senso dell’attenzione che i Lions da anni rivolgono ai giovani e, in particolare, al mondo della scuola, ma anche dell’urgenza di un intervento che fosse il più possibile sollecito.
Anche gli incontri coi dirigenti scolastici hanno avuto un particolare rilievo, consentendo un confronto diretto con i Lions ed un’informazione precisa sulle criticità che affliggono il mondo della scuola.
Molti dirigenti si sono poi detti interessati sia al concorso sull’ambiente, riproposto da alcuni club della I^ Circoscrizione nella seconda edizione, dopo il successo riscosso lo scorso anno, sia al service che promuove la raccolta di occhiali usati per mezzo di contenitori che verranno posizionati nelle scuole.
Iniziative queste indirizzate tutte a destare l’interesse dei ragazzi nei confronti di comportamenti socialmente validi e a richiamare l’attenzione verso realtà diverse dalle loro, in questo motivati proprio dalle difficoltà affrontate e dalla maggior sensibilità acquisita nel momento attuale.
M. L.
Ha riscosso notevole successo il concorso intitolato “Uno sguardo consapevole per difendere il nostro ambiente”, indetto lo scorso anno scolastico col patrocinio del Comune di Lodi dai Lions club Lodi Host, Lodi Torrione e Lodi Quadrifoglio, rivolto alle scuole primarie, secondarie e superiori della città e del Lodigiano, con l’intento di promuovere la cultura della tutela dell’ambiente, dedicando attenzione ancora una volta al mondo dei giovani grazie a un progetto a loro mirato e da sviluppare in collaborazione con gli istituti scolastici, secondo una prassi collaudata da anni.
L’iter dell’iniziativa ha purtroppo subito uno stop per le note vicende dovute alla pandemia, per cui la prevista esposizione al pubblico degli elaborati e la cerimonia di premiazione sono state rinviate a tempi più favorevoli.
Intanto c’è la soddisfazione data dal notevole grado di coinvolgimento dei destinatari; oltre cento, infatti, gli elaborati pervenuti alla giuria, composta da rappresentanti del Comune e da Lions, da ben dieci istituti scolastici, con l’evidente dimostrazione che il tema suscita l’interesse dei giovani e con un risultato sorprendente: il capovolgimento dei ruoli.
Se infatti solitamente sono gli adulti a cercare di educare bambini e ragazzi a comportamenti virtuosi, in questo caso sono stati questi ultimi a mandare un messaggio incisivo a genitori e insegnanti, a riprova di una sviluppata sensibilità sull’argomento e di un sorprendente grado di conoscenza delle mille problematiche riguardanti l’ambiente.
Il concorso ha previsto due diverse modalità di partecipazione; quello indirizzato agli alunni degli ultimi due anni delle primarie e agli studenti delle secondarie di primo grado ha avuto un sottotitolo: “I ragazzi salveranno il pianeta: ma che cosa faccio io?”, e ha previsto la creazione di poster o manifesti, sia individualmente che in gruppo, per rappresentare un’iniziativa volta a risolvere un problema ambientale riscontrato nella città di Lodi e nel territorio lodigiano.
Con quello invece dedicato ai ragazzi delle superiori è stato richiesto l’uso della fotografia per illustrare situazioni di rischio o azioni a tutela della natura, sempre nello stesso ambito territoriale. I premiati delle scuole primarie e secondarie di I° grado riceveranno dei buoni da spendere per l’acquisto di materiale sportivo, mentre al primo classificato delle superiori verrà regalato un drone di nuovissima generazione.
Colpiscono l’efficacia la fantasia, la freschezza delle immagini realizzate, con una connotazione di particolare crudezza in alcune foto scattate dai liceali.
Ma in tutti i lavori è dato cogliere un grido d’allarme, basti pensare alla frase scritta a commento di un disegno: “non riesco più a vedere le stelle!” e alle foto che ritraggono il mondo e i visi di due giovani avvolti nella plastica.
Visto il successo dell’iniziativa, è molto probabile che il concorso venga riproposto dai tre club lodigiani insieme ad altri che hanno già espresso l’intenzione di parteciparvi. Senza dimenticare che la stessa si inserisce perfettamente nel service nazionale di quest’anno, intitolato “Le 4R per salvare l’ambiente: recupero, riciclo, riduzione, riutilizzo”.
Tutti argomenti che bambini e ragazzi hanno affrontato nei loro elaborati, esprimendo per l’ambiente preoccupazione da un lato e rispetto dall’altro, con la già acquisita consapevolezza che chi protegge la natura protegge se stesso.
M. L.
Una testimonianza preziosa e struggente quella offerta dagli studenti dell’Istituto A. Volta di Lodi grazie a un concorso indetto dalla scuola e intitolato “il Volta ai tempi del Coronavirus”, aperto anche ai genitori e al personale scolastico.
I temi, le poesie e gli elaborati grafici sono stati raccolti in un libro edito anche con il contributo dei Lions della I^ Circoscrizione, che non potevano perdere l’occasione di offrire un’ennesima prova di attenzione verso il mondo dei giovani e della scuola.
Il concorso, indetto lo scorso marzo in pieno lockdown, è stato di stimolo per riflessioni profonde, sofferte, e ha consentito di fotografare paure, solitudini, angosce, ma anche speranze e un altro modo di rapportarsi al futuro attraverso l’esperienza del dolore.
Una nuova consapevolezza ha guidato gli autori alla riscoperta di ciò che è veramente importante, come la famiglia e l’amore per il proprio Paese, ma anche il rapporto con i propri insegnanti e la scuola stessa.
Alla presentazione del libro, che ha suscitato l’interesse del Ministero dell’Istruzione, ha partecipato anche il Governatore del Distretto 108ib3, Cesare Senzalari, che si è detto ammirato per il lavoro svolto dai ragazzi che “offrono spunti e considerazioni autentiche, non contaminate da fattori esterni”. Ha poi sottolineato come la scelta della scuola di coinvolgere i Lions in questo progetto valga quale dimostrazione dell’apprezzamento di una collaudata collaborazione e ha ricordato che: “Giovani e scuola sono due delle cinque aree d’intervento su cui i Lions operano sistematicamente”, dando il via a iniziative sempre al passo coi tempi.
Leggere il libro significa immergersi in un mondo denso di emozioni, di coraggio nell’esprimerle e colmo di una sorprendente maturità.
M.L.
Lunedì 9 novembre 2020 i Soci dei Lions Club della I Circoscrizione e del Leo Club Lodi Barbarossa hanno avuto la possibilità ed il piacere di conoscere il Team vincitore del concorso LIFEBILITY 2020, un service sostenuto con grande soddisfazione da molti anni dal Lodi Host, tramite il referente Federico Maisano, durante un incontro avvenuto, naturalmente, in modalità online, con la presenza di Enzo Taranto, Presidente dell’associazione.
I vincitori di quest'anno con il progetto Pick-it-up, un arto elettro-meccanico che permette di raccogliere oggetti da terra senza il bisogno di piegarsi, sono Giorgio Busa, Federica Ricciardi, Stefano Sella, Manuel Fiorino e Zakaria Mountassir, studenti della classe IV dell'IPSIA G.B. Garbin di Thiene (VI), coordinati dal prof. Pierpaolo Gazzin, tutor Paolo Zappa. Come recita la motivazione “sono stati premiati l’impegno e la determinazione di un gruppo molto giovane, che ha dimostrato di essere ben integrato ed organizzato internamente”.
Tutto nasce dalle difficoltà nel raccogliere oggetti da terra lamentate da un amico disabile del prof. Gazzin, il quale ha pensato di coinvolgere cinque ragazzi della scuola, invitandoli a esaminare il problema e a cercarne la soluzione.
Con il loro progetto, quindi, gli studenti hanno voluto affrontare una situazione per molti banale ma che, per chi dipende dalle stampelle o è limitato nei movimenti, soprattutto nel lungo periodo, rappresenta un grosso problema. Pick-it-up si può montare su stampelle o bastoni da passeggio senza l’utilizzo di alcun attrezzo e permette di raccogliere oggetti senza il bisogno di piegarsi, cosa che per alcuni portatori di handicap motorio richiede un significativo sforzo.
Caratteristica vincente è l'originalità della proposta progettuale nel mercato, ma il grandissimo punto di forza è rappresentato dalla maggior indipendenza del fruitore di Pick it up.
Tutte le fasi canoniche della progettazione più innovativa sono state seguite: dall’analisi di mercato, grazie alla quale è stato riscontrato che i prodotti più simili a Pick it up sono pinze pieghevoli non motorizzate e non integrabili a una stampella, al planning delle tempistiche dello sviluppo del prototipo, dell’individuazione dei potenziali clienti, del collaudo, del brevetto e, ovviamente, dei costi. Durante l’incontro i Lions partecipanti hanno potuto dare alcuni interessanti consigli ai giovani ospiti e al loro eccezionale prof, di cui si è apprezzata la passione, l’amore per i suoi studenti e l’entusiasmo con cui ha seguito il loro lavoro. Sicuramente l’aver partecipato al concorso per Lifebility, conosciuto grazie all’Informa Giovani del Comune di Thiene, cui va un grande plauso, può aprire ai ragazzi e al progetto anche le porte del mondo Lions, con tutte le molteplici opportunità che può offrire come, ad esempio, il supporto al progetto della CCIAA di Vicenza, sollecitato dalla Lion Elena Appiani, nuovo Direttore Internazionale.
Alla conclusione della serata Federico Maisano ha dato un aggiornamento sul progetto CORAL BOX, premiato nell’ambito di LIFEBILITY 2019, che è stato sperimentato in Africa in varie situazioni e quindi procede nel suo sviluppo. E’ proprio questo che piace di Lifebility: riconosce, premia e sostiene l'imprenditorialità di giovani che utilizzano fantasia, creatività, ingegno a favore di chi, per vari motivi, è in uno stato di bisogno.
Silvana Anzellotti
Nell’intermeeting svoltosi il 28 settembre, organizzato dai L.C. Lodi Host e Lodi Quadrifoglio, con la presenza del Lodi Torrione, si è parlato di un service comune ai due sodalizi a sostegno dell’Associazione Progetto Insieme. Ospite protagonista dell’incontro il Dott. Paolo Landi, nel suo ruolo di Presidente della neonata Fondazione Casa della Comunità, espressione della Caritas Lodigiana, della Cooperativa Famiglia Nuova, della Fondazione Bpl, del “Movimento lotta contro la fame nel mondo” e di Progetto Insieme, il quale ha iniziato il suo intervento facendo una premessa riferita a quest’ultimo ente, nato ben 29 anni fa su iniziativa di Costanza Gorla e Don Olivo Dragoni. Il Dott. Landi ha ricordato che il tutto è derivato dalla necessità di assistere i primi immigrati fungendo da intermediari con i proprietari di case che mostravano timori nell’affittare i propri locali a degli stranieri. Da lì alla gestione della mensa dei poveri, del dormitorio notturno e delle docce per persone senza fissa dimora e dello SPRAR per rifugiati politici il passo, nel tempo, è stato breve e quasi…obbligato! Recentemente, i soci si sono fatti promotori di una iniziativa finalizzata alla distribuzione di cibo a famiglie bisognose contribuendo così anche ad evitare lo spreco alimentare, come dimostrano le 50 tonnellate di cibo recuperate quest’anno.
Il milione di euro ottenuto grazie alla partecipazione al Bando Cariplo porterà alla trasformazione di questa attività in un Emporio Solidale, soluzione importante ed educativa per le famiglie che, sostituendo il pacco alimentare con la consegna di buoni spesa, consentirà loro di provvedere autonomamente ad acquisti personalizzati e di imparare a scegliere tra i prodotti in modo economicamente maturo, acquisendo maggiore dignità. La Fondazione, e questo il dott. Landi ci tiene a sottolinearlo, ha vinto il Bando perché è un istituto originale, il primo in provincia di Lodi e uno dei pochi in Italia, rappresentando una sintesi ottimale dell’elemento patrimoniale tipico delle fondazioni con quello di intervento personale che caratterizza le associazioni.
Quattro sono le categorie di fragilità di cui la Fondazione si occupa: la povertà nei bisogni primari (cibo, casa e lavoro); quella dovuta all’incapacità di gestire il poco che si ha o causata dal non essere autosufficiente o semplicemente dal non disporre una seconda chance per recuperare la propria esistenza. L’aiuto consiste principalmente nel garantire un minimo di sicurezza dal punto di vista abitativo, grazie agli 8 monolocali e ai 14 appartamenti di cui la Fondazione può fruire grazie a Caritas, Diocesi e Comune di Lodi, per i quali provvede alla quota più consistente di affitto cui le persone ospitate, comunque, anche se con poco, contribuiscono, e al pagamento delle spese di manutenzione, utenza e tasse.
Ma non è solo l’aiuto economico ciò che può dare valore al contributo dei due club lodigiani organizzatori della serata. Il Dott. Landi ha citato alcuni esempi di criticità: il giovane africano padre di 4 bambini piccoli rimasti senza la madre o la ragazza albanese che ha perso il marito che costituiva l’unica fonte di mantenimento per lei e i due bambini piccoli o la donna di 50 anni che, dopo anni di maltrattamenti, decide di lasciare il marito e deve essere protetta. Situazioni tutte caratterizzate da grande dolore e da un dilagante senso di impotenza di fronte all’impegno del quotidiano per sé e per la propria famiglia per le quali anche l’accompagnamento, il supporto personale e la messa a disposizione delle proprie competenze possono risultare estremamente importanti.
Silvana Anzellotti