Cesare Senzalari è nato a Lodi il 9 ottobre 1954 ed è residente a Lodi.
Laureato in architettura, libero professionista con studio in Lodi. Coniugato con Irma, architetto paesaggista libero professionista, con 3 figli: Vittoria di 24 , Alessandro di 22 e Federico di 20 anni. Vittoria è pastpresidente e cerimoniere del Leo Club Barbarossa.
Dopo aver ottenuto la maturità scientifica presso il Liceo Scientifico Gandini di Lodi, si è laureato in Architettura a pieni voti nel marzo 1979 presso l'Università Statale di Genova.
È iscritto all’Albo degli Architetti della Provincia di Lodi, svolge la libera professione a Lodi nel campo della progettazione e direzione lavori di opere edili di nuova edificazione e di ristrutturazione di immobili, pratiche di pianificazione urbanistica, catastali, VVFF, perizie estimative e consulenze varie nel settore edile.
Già consigliere dell'Azienda Municipalizzata per la distribuzione acqua e gas e raccolta rifiuti ASTEM del Comune di Lodi; rappresentante del Comune di Lodi nell’Assemblea del Parco Adda Sud di cui è stato componente del consiglio direttivo, con la delega al Patrimonio.
A seguito dell'atto deliberativo della Giunta Regionale è stato Commissario Straordinario istituenda ALER di Lodi per la gestione e definizione della suddivisione del patrimonio e degli alloggi dallo IACP di Milano.
Consigliere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Lodi, con la carica di Tesoriere dal 1997 al 2009.
Presidente dell’Associazione Professionisti del Lodigiano fino al luglio 2012.
È Delegato Provinciale per gli Architetti della Provincia di Lodi nel Comitato Nazionale di INARCASSA (Cassa Nazionale di Previdenza Ingegneri e Architetti) dal 2003.
Componente e segretario della Commissione Congruità per la gestione e valutazione del patrimonio immobiliare.
È stato componente del Consiglio di Disciplina Territoriale dell'Ordine Architetti della provincia di Lodi.
Parto da una domanda che più volte mi sono fatto, ma che molti si pongono: perché nonostante tutto quello che facciamo la gente non ci conosce o la nostra immagine è completamente distorta? Premesso che il nostro scopo è We serve e quindi fare service, probabilmente dobbiamo ammettere che la colpa è nostra. I club lavorano per migliorare la vita delle proprie comunità andando incontro alle necessità delle stesse con i loro service. Siamo sicuri che il nostro modo di operare nelle comunità sia quello corretto, che non cerchiamo di imitare le innumerevoli associazioni che ci affiancano sul territorio, distribuendo i nostri aiuti a pioggia, e per questo il più delle volte passando quasi inosservati. Finché non sfrutteremo le nostre potenzialità che solo la più grande associazione di servizio al mondo può mettere in campo, operando in maniera differente, lavorando insieme, con service più grandi di maggiore impatto, probabilmente non riusciremo a farci conoscere per quello che veramente siamo.
Proprio da questa considerazione parte il disegno, che spero vi possa coinvolgere, per raggiungere insieme qualche risultato, ridare motivazioni e orgoglio di appartenere, coinvolgere sempre più i nostri soci, promuovere attività concrete, realizzare dei service e iniziative rivolte alla gente che ci rendano fieri di essere Lions, ma soprattutto abbandonare schemi e modi di fare che ormai appartengono al passato.
Grande spaziosi dovrà dedicare alla comunicazione sia interna che verso l’esterno. Ci chiediamo spesso le ragioni di una così marcata difficoltà nella comunicazione, ma non ci chiediamo mai cosa vogliamo comunicare, a chi e con quale strumento. Questo è fondamentale nella stesura di un piano della comunicazione.
L’Area dovrà essere costituita da operatori del settore, collegati a referenti delle varie circoscrizioni, che possano mettere a disposizione la loro esperienza e con i quali poter programmare la strategia che possa effettivamente riuscire a “comunicare” il nostro operato, nelle comunità in cui agiamo, individuare i mezzi più idonei che potranno essere utilizzati a totale supporto delle attività di servizio.
In questa azione, indispensabile sarà anche la modifica e ristrutturazione del sito del Distretto, al fine di renderlo uno strumento al servizio dei soci, un mezzo di conoscenza e che si integra nell’intera area della comunicazione.
LCIF Il supporto alla LCIF sarà un tema di primaria importanza. La “Campagna 100” che definisce nuove grandi scommesse su scala globale ci impone una ancora maggiore sensibilità verso la Nostra Fondazione.
L’Area LCIF sarà il luogo in cui le iniziative atte alla promozione e al supporto della “Campagna 100”, con progetti condivisi nella fase operativa da più club, dovranno avere un coordinamento organizzativo nel distretto al fine di evitare sovrapposizioni nello svolgimento dell’attività che dovrà essere sempre più condivisa.
È di fatto l’area maggiormente dedicata alla crescita, alla formazione e al supporto nella costruzione dei processi di servizio. L’importanza di questa struttura risiede proprio nella sua natura: essere al fianco dei soci per migliorare l'esperienza associativa e accrescere la consapevolezza del ruolo che Lions Clubs International svolge e dovrà incrementare, in maniera diversa, nelle nostre comunità.
È l’aggregazione di unità operative Scuola, Ambiente, Salute, Giovani, Comunità, finalizzata al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia gestionale del nostro servire. Diventa il contesto nel quale le competenze professionali dei soci dei club rappresentano la principale risorsa della organizzazione dei Lions Club. Scopo dell’area operativa è quello di mettere in rete i club.
Il club costituisce l’elemento basilare di funzionamento, ma l’area costituisce l’elemento di integrazione funzionale e di coordinamento organizzativo. Tutto nasce nei club, che in ogni caso mantengono la loro autonomia, ma che sono il centro della azione da sviluppare in accordo con altri club per raggiungere risultati di maggior rilievo per la comunità e il territorio. L’area si propone come una struttura di aiuto alle attività di servizio dei club, avrà un Coordinatore distrettuale che farà da punto di riferimento per i vari referenti dei vari comitati operativi e sarà il contatto con i presidenti di zona e di club che vogliono attivarsi su iniziative dell’area, in stretta collaborazione con il GST distrettuale. Il suo ruolo sarà quello di limitare lo spreco di risorse per service che rischiano di essere frammentati o autoreferenziali, con conseguente scarsa visibilità e scarso impatto sociale.
Il coordinamento con il GST distrettuale sarà fondamentale, in quanto il GST dovrà essere oltre che l'influencer dell'attività di service condivisi da più club e sviluppati insieme sul territorio, anche il collettore delle informazioni sui service che i club del distretto pensano di sviluppare, per avere una maggiore e adeguata visibilità all’esterno sui territori e tra la gente.
Associazione Solidarietà Fondamentale è il ruolo che già oggi ha e che sempre più dovremo riconoscere alla Onlus Distrettuale E.T.S., che purtroppo non è stato ancora capito dai club. Con la riforma del Terzo Settore diventerà ancor di più il punto di riferimento, non solo per i finanziamenti che eroga per i service, ma soprattutto nell’attività operativa di sinergia dei club nella loro azione.
Nella nostra azione dovremo veramente, pur con le differenze dovute ad una serie di fattori naturali, lavorare insieme ai Leo, condividendo sistematicamente le attività, ma soprattutto non considerandoli diversi da noi. Da questo nasce il coinvolgimento dei Leo in alcuni service; alcuni progetti sono analoghi ai nostri, per cui perché non lavorare veramente insieme, dato che l’argomento, l’obiettivo e la platea a cui ci si rivolge coincide. Proviamo e sicuramente questa vera collaborazione potrà servire a noi, come iniezione di entusiasmo e soprattutto a loro, per sentirsi veramente più vicini a noi e magari, al raggiungimento della fatidica età di 30 anni, avere già preparato nel tempo il passaggio naturale nei Lions.
Questa è una grande occasione e opportunità per tutti. È ormai indispensabile cercare di cambiare qualcosa, di essere veramente Lions, soprattutto con i fatti; curare meno la forma e più la sostanza, collocando al primo posto nella vita associativa il senso di appartenenza e lo spirito di servizio, quindi un lionismo semplice, ma concreto