Affascinante: questo il termine che si può usare per descrivere la serata, sempre rigorosamente online, del 31 maggio 2021, dedicata a Dante e alla sua Divina Commedia, di cui è stata apprezzatissima protagonista la Prof.ssa Anna Locatelli, socia del LC Lodi Host e storica insegnante del prestigioso Liceo Pietro Verri di Lodi. Affascinante perché la relatrice ha privilegiato la dimensione autobiografica della Divina Commedia, individuando nei versi più conosciuti dell’opera il ruolo di Dante come protagonista assolutamente impensabile e in duplice veste.
La più evidente, quella dell’auctor, l’autore, giudice dell’umanità, che intraprende e racconta il viaggio sotto la guida di Virgilio (la ragione); un viaggio nell’aldilà dove peccatori, penitenti, beati e santi si susseguiranno per testimoniare la dannazione eterna, la possibilità di pentimento e la beatitudine al cospetto di Dio, qui con la guida di Beatrice (la fede).
Ma, contemporaneamente, Dante incarna anche l’agens, il personaggio, il peccatore angosciato, che si ritrova “per una selva oscura” e che accomuna nella sua esperienza personale l’umanità intera, la cristianità in particolare, che porta tutta con sé nel viaggio salvifico verso una rinnovata riconciliazione con Dio, sulla “diritta via”.
Fiorentino per nascita, non per elezione, vittima di un esilio ingiusto, senza dimora dal 1302 al 1321 e ospite di varie corti italiane, Dante matura una coscienza critica e politica che probabilmente costituisce la base dell’ispirazione alla scrittura della Commedia, redatta in italiano e non in latino, perché potesse essere divulgata ovunque e a chiunque. Indubbiamente l’aspetto più straordinario dell’opera risiede nell’invenzione dell’oltretomba, la cui conoscenza precedente era basata sull’Apocalisse di S. Giovanni, su vari testi dottrinali e teologici, sui sermoni dei predicatori, sui poeti latini, su affreschi e mosaici degli edifici religiosi, come il battistero di S. Giovanni a Firenze, la Cappella degli Scrovegni di Padova con gli affreschi di Giotto e, perché no, la Cappella Sommariva del Duomo di Lodi.
Il Sommo Poeta, però, crea una nuova iconografia, introducendo una novità, il Purgatorio, un regno intermedio, provvisorio, che si interpone tra i due luoghi tradizionalmente antagonisti, Inferno e Paradiso, per consentire la purificazione delle anime, offrendo spunti inediti all’immaginario collettivo e artistico e che viene codificato come luogo di pene temporanee il 1° novembre1274 nel secondo Concilio di Lione.
Nel dipanarsi delle storie dei vari personaggi nei mondi dell’oltretomba, non sempre il Dante protagonista sembra approvare le decisioni divine e lo dimostra la gamma infinita di reazioni e di emozioni diverse che entrano in discordanza con quelle leggi inesorabili e le pene che ne conseguono.
Fra gli innumerevoli esempi illustrati dalla relatrice, a conferma della duplicità del ruolo di Dante, è particolarmente significativa la storia di Paolo e Francesca, dannati perché non hanno sottomesso la ragione alla passione, nei confronti dei quali l’autore prova tenerezza e dai quali desidera sapere come hanno scoperto di essersi innamorati. Avutane la risposta nel suo ruolo di agens ne resta drammaticamente coinvolto “sì che di pietade io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade”.
Silvana Anzellotti